Provo per la seconda volta a scrivere questa recensione. Ammetto che scrive una recensione non è una cosa facile, bisogna conoscere e usare un prodotto a lungo, conoscendone profondamente pregi e difetti, sapendo infine a chi consigliarlo e a chi no.
Oggi per l’appunto mentre me ne stavo bello tranquillo nella mia camera, ho avuto quell’impulso che hanno molti fotografi nei confronti della loro attrezzatura, è un impulso materno, quasi primordiale e consiste nel pulire in modo maniacale dalla polvere ogni parte di questa o quella macchina fotografica. L’ossessione per la polvere è una cosa che ho riscontrato in moltissimi fotografi e fotoamatori e io non mi ritengo da meno. Comunque ho preso dalla mia “ collezione” una scatola di medie dimensioni in legno, l’ho aperta ed estratto la mia Hasselblad.
Ammetto che molti non sapranno nemmeno di che cosa sto parlando, oggi infatti siamo abituati ad associare alla fotografia quei marchi che fanno bella mostra sugli scaffali dei negozi di elettronica e che entrano nella storia della fotografia più per il numero di prodotti che per la qualità di essi. Un nome come quello di Hasselblad passa di fronte al consumismo come conoscenza di pochi fotografi per lo più professionisti che conoscono ed apprezzano la storia ma ancor di più la qualità delle macchine e delle ottiche.
La storia del marchio prende vita dal signor Victor Hasselblad un ingegnere svedese che quando un aereo tedesco cadde sulla sua madrepatria venne chiamato per progettare e produrre una copia di macchina fotografica di ricognizione che appunto quell’aereo montava. Nasce così il marchio che all’inizio fu legato alla produzione di apparecchi fotografici militari. Nel 1949 viene invece presentata la prima Hasselblad civile, da cui poi vennero prodotte tutte le altre. L’idea geniale fu quella di mutuare dalle macchine fotografiche militari la capacità modulare, infatti la base di queste fantastiche macchine fotografiche consiste nell’unione di tre elementi: la macchina, il porta-pellicola e l’obiettivo, ognuno di essi sostituibile per adattarsi meglio alle esigenze del fotografo.
La macchina in mio possesso è la Hasselblad 500 C/M, che altro non è che un cubo con una manovella ed un pulsante per attivare l’otturatore. Attaccato ad esso il retro ospita la pellicola medio formato e un’altra manovella che permette l’avanzamento forzato e il riavvolgimento della pellicola. L’obiettivo è invece la macchina fotografica vera e propria in quanto contiene l’otturatore è il diaframma. Non esiste una vera e propria componente elettronica infatti è costruita con meccanica di precisione e il risultato è che in anni di funzionamento le Hasselblad non si sono mai inceppate scattando sempre.
Avendo fatto prima un breve passaggio sulla questione è il caso magari di precisarlo, sono macchine queste a medio formato, ovvero utilizzano una pellicola grande il doppio di una tradizionale 35mm per fotocamere, creando di conseguenza un’immagine di qualità nettamente superiore e favorendo gli ingrandimenti.
Ho comprato la mia qualche anno fa da una fotografa che se ne voleva liberare per avere dei soldi, vi garantisco che non esiste nulla come questa macchina, è difficile farne un paragone anche con le macchine a medio formato digitali presenti sul mercato oggi poiché la modularità è la vera caratteristica dominante di questa macchina e delle sue sorelle e dunque non esiste nessun’altra marca al mondo che produca una cosa simile. Esistono altre medie formato che nel tempo hanno imitato il progetto, ma l’originale è sempre la migliore. Parlando degli obiettivi va detto che non esiste nulla di meglio degli obiettivi Zeiss che questa macchina ha in dotazione standard e producono delle immagini veramente eccezionali.
Spegnendo l’entusiasmo che mi anima parlando di questa macchina va detto che qualche difetto effettivamente esiste, infatti è una macchina di grosse dimensioni se paragonata a una 35 mm. Il peso è veramente notevole e portare un intero corredo con medio tele normale e grandangolo significa tirarsi dietro per un’intera giornata circa cinque chili quando va bene. Dunque va tenuto in considerazione quando ti devi spostare. Inoltre non possiede un esposimetro nativo che dunque va o aggiunto attraverso un pentaprisma o attraverso un esposimetro esterno che dovrete ovviamente portavi ovunque. Se voi siete disposti ad accettare questi limiti che vi garantisco sono ottimamente compensati dai pregi una qualsiasi Hasselblad farà per voi.
Una nota finale va fatta sulle pellicole medio formato. Nella maggior parte dei casi si tratta di pellicole di grande qualità, e le immagini che otterrete saranno migliori rispetto a qualunque altra scattata con una macchina fotografica 35 mm. Inoltre per quanto simili alle loro sorelle di formato più piccolo le pellicole 120 sono realizzate molto meglio. Va tenuto però in considerazione il fatto che a parità di lunghezza e costo le pellicole da medio formato produrranno meno scatti infatti con un formato 6 × 6 tipico di Hasselblad potrete produrre 12 fotogrammi per rullo, se invece montate il porta-pellicola da 4.5 × 6 potrete ottenere fino a 16 fotogrammi per rullo.
Riguardo quest’ultima questione relativa al numero di fotogrammi garantisco che è solo una questione di abitudine. Se avete una macchina digitale avete la tendenza come con uno smartphone a scattare ad ogni singola “michiata” che vedete. Con una macchina fotografica 35 mm già si scatterebbe di meno selezionando solamente ciò che veramente vale la pena di fotografare. Con una macchina fotografica a medio formato la selezione è ancora di più, cercando di meditare a come ogni singolo scatto può essere migliore. La fotografia analogica che sia a 35mm o medio formato aiuta a selezionare i soggetti meritevoli della vostra attenzione, a non sprecare scatti e ad evitare quella bulimia di immagini senza valore che oramai affollano i nostri supporti magnetici. In ogni caso spenderete sempre meno che usare una instant camera dove ogni fotogramma vi costerà un euro.
Penso che si dovrebbe dire molto di più su questo tipo di macchina, come per esempio che sono da sempre le macchine fotografiche degli astronauti e che una Hasselblad opportunamente modificata ha fotografato i primi passi dell’uomo sulla Luna, ma ritengo che specificare ogni singola cosa sia stato già fatto da diversi altri siti e da persone molto più competenti di me. Ho ritenuto più giusto dirvi della storia e del carattere di questa macchina dei pregi e difetti più evidenti, ho voluto stuzzicarvi e se siete interessati potete chiedere a me altre informazioni o cercare tranquillamente in Internet, fidatevi non mancano le suggestioni e vi innamorerete di questa pregevole macchina fotografica.
Alla prossima.